MUSEO GIUSEPPE SCALVINI
Il Museo Giuseppe Scalvini, ubicato nella prestigiosa Villa Cusani Tittoni Traversi di Desio, nasce per accogliere la Donazione Scalvini, l’importante produzione scultorea che l’autore ha deciso di donare alla municipalità cittadina.
La collezione del museo ospita più di trenta sculture tra gessi, cere e bronzi, oltre ad una preziosa serie di disegni a carboncino e incisioni, patrimonio di lavori originali del maestro. Il rapporto che Giuseppe Scalvini ha instaurato con Desio, infatti, è segnato da grande affetto, da quando, giovane artista, gli viene commissionata, dall'architetto Cabiati di Seregno, la realizzazione del gruppo scultoreo (comprendente due figure angeliche) per il timpano della Basilica dei SS. Siro e Materno. Questo legame indissolubile ha indotto il Maestro a designare Desio come unico luogo prescelto per ospitare alcune delle sue opere più famose. Desio ha accolto le volontà dell’artista inaugurando il Museo Scalvini (la cui sezione permanente è costituita dalla donazione dell’autore) con l’intento di offrire un tributo alla creatività ed all’intensità dell’espressione artistica del Maestro, ma soprattutto per perpetrare la gratitudine che la città nutre nei suoi confronti.
Il Museo Scalvini ha sede all’interno della Villa Cusani Tittoni Traversi, realizzata dal Piermarini, celebre architetto della Villa Reale di Monza e del Teatro alla Scala di Milano. Nel 1651, il marchese Cusani acquistò il terreno, su cui sorgeva un convento francescano, ed edificò la sua “Villa di delizia”, un complesso monumentale alle cui spalle si può osservare un magnifico giardino all’inglese progettato da Antonio Villoresi. Nell’800 la villa diventò di proprietà dell’avvocato Giovanni Battista Traversi, il quale affidò la ristrutturazione all’architetto Pelagio Palagi e al botanico Giovanni Casoretti. L’opera del Palagi è imponente, grazie al suo ingegno possiamo ammirare le strutture della piazza antistante e la magnifica cancellata in ghisa, sopra la quale si stagliano delle splendide statue in marmo di Carrara. Il Casoretti si applicò per rendere il giardino unico nel suo genere, radunando più di 700 esemplari arborei, tra cui la Camelia Japonica Traversi, dedicata al suo benefattore. Infine, la villa entrò in possesso della famiglia Tittoni, a cui dobbiamo lo scalone commissionato all’architetto Luca Beltrami.
A cavallo tra le due guerre mondiali Villa Tittoni subì un rapido declino e parte del suo patrimonio fu disperso, ma l’intervento del Comune contribuì a salvaguardare la struttura, rendendola sede della biblioteca comunale e aprendo il suo giardino al pubblico. Finalmente, nel 1999, la donazione dello Scalvini restituì alla villa una dimensione artistica che possiede ancora oggi.
Attualmente la villa è aperta al pubblico in occasione di eventi, mostre, manifestazioni e visite guidate. Su tutte spicca l’attività del Museo Scalvini, curato da Cristiano Plicato.